Le tensioni geopolitiche sul fronte ucraino, l’attesa semper pi nervosa per le indicazioni della Fed sui tassi d’interesse e, non da ultimo, l’incertezza sull’elezione del futuro presidente della Repubblica, piegano la Borsa di Milano, che registra un tonfo del 4% e si aggiudica a fine seduta il titolo poco ambito di peggiore piazza finanziaria d’Europa. L’indice Stoxx 600 che riunisce i principali titoli quotati in Europa ha chiuso in calo del 3.6%, che equivale a una perdita di 386 miliardi di capitalizzazione persi in a sola seduta.
Wall Street recupera y chiude positivo
Le Borse a New York hanno sfiorato il tracollo (il Nasdaq arrivato a perdere pi del 4.5%) per poi recuperare tutto nel finale di seduta e riuscire nell’impresa di chiudere in territorio positivo. La svolta nelle ultime due ore, con i listini che hanno ritrovato slancio, recuperato le perdite e girato in positivo. Il Dow Jones chiude cos in rialzo dello 0.30% a 34.466,67 punti, il Nasdaq avanza dello 0.63% a 13.855,13 punti Mentre lo S&P 500 Mette a segno un Progresso dello 0.33% a 4.4012,33 punti.
Lo scontro in Ucraina condiziona i listini
Sulle Borse ha dominato il nervosismo. Oltre ai punti interrogativi creati dalla politica monetaria, che verr modificata dalla prossima decisione della Fed in merito ai tassi d’interesse, a deprimere i listini soprattutto la prospettiva di un possibile confronto armato in Ucraina, con l’escalation di tensioni tra Usa e Russia andata gi in scena nelle ultime ore. Un rischio testimoniato dal tonfo della Borsa di Mosca (-6% l’indice Moex), dall’ennesima impennata del prezzo del gas ad Amsterdam (92,6 euro al megawattora, +17%) e dalla doppia correzione sia del Nasdaq che dello S&P en Wall Street.
Plaza Afari
In questo clima generale, per Piazza Affari si aggiunge anche l’incertezza sul nome futuro presidente della Repubblica, anche se per ora gli operatori ritengono come pi probabile una “promozione” di Mario Draghi al Quirinale. L’effetto cedole di Enel e Snam ha pesato per lo 0.39% sull’indice milanese. Le vendité non hanno risparmiato nessuno dei titoli principali, a partite dal settore auto della “galassia” Agnelli con Stellantis (-7,4%), Iveco (-7,1%) y Cnh (-6,6%). Male DiaSorin (-5,7%) nel giorno in cui l’amministratore delegato Carlo Rosa stato rinviato a giudizio per l’ipotesi di reato di insider trading. A limitare i danni sono state le utility come Italgas (-1,3%) e la bolognese Hera (-1,4%) che, come tutti gli altri titoli del principale indice della Borsa di Milano, hanno comunque chiuso in territorio negativo. Rosso anche per Eni (-3,2%), che ha anunciado la cotización alla Borsa di Oslo della controllata Var Energi AS, e per Tim (-2,5%) che nei giorni scorsi ha nominado Pietro Labriola come nuovo amministratore delegato. Sotto la lente per tutta la giornata anche UniCredit (-2,5%) e seduta da dimenticare por Azimut (-5,7%), Pirelli (-5,5%), Inwit (-5,4%) y Tenaris (-4,9%). Fuori dal listino principale, strappo invece per ePrice (+48,6%) dopo l’avvio delle trattative in esclusiva con Negma Group, societa’ di investimento di Dubai e gia’ azionista del gruppo dell’e-commerce.
Cambi e materie prime
Sul fronte dei cambi, l’euro vale 1,1313 dólares (da 1,1345 dollari venrd in chiusura) e 128,84 yen (129,06) mentre il dollaro/yen a 113,88 (113,765). Scivola, infine, anche il petrolio con il Wti di marzo in discesa a 82,5 dollari (-3,2%) y el Brent a 85,6 dólaresi (-2,7 por ciento).
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